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Linea Verde Start in Friuli Venezia Giulia: il valore artigiano crea innovazione a misura d’uomo e d’ambiente

Sabato 24 settembre, alle ore 12 su Rai1Linea Verde Start, il programma realizzato in collaborazione con Confartigianato, fa tappa in Friuli Venezia Giulia per esplorare il fascino di una terra dove l’artigianato ha radici molto antiche ma contemporaneamente è protagonista di un presente di innovazione tecnologica.

Gli imprenditori di Confartigianato che si raccontano durante la puntata esprimono al meglio le caratteristiche di questa ‘regione dell’acqua’ per i numerosi fiumi che l’attraversano e per l’affaccio sul mare Adriatico, porta tra Occidente e Oriente, sospesa tra antico e moderno, terra di commerci e di scambi, crocevia tra popoli e usanze diversi. Tanti aspetti che si fondono per dare vita ad attività produttive uniche nel loro genere.

Come l’azienda di Aldo Zadro, artigiano velaio della provincia di Udine, che produce vele per tutti i tipi di imbarcazioni. Un’impresa nata nel 1917 e oggi tra le più all’avanguardia nell’utilizzo di materiali ad altissima tecnologia, ma che non dimentica le tradizioni per offrire prodotti e soluzioni adatte alle diverse esigenze dei clienti.

Uno ‘stile’ simile a quello applicato da Sandro Spagnol, che si definisce ‘artigiano del carbonio’ perché, in provincia di Pordenone, costruisce kayak e canoe hi tech. Anch’egli, però, conserva gelosamente il patrimonio di conoscenze e di ‘saper fare’ artigiano e, contemporaneamente, mantiene la mente sempre aperta a tutto ciò che di innovativo e stimolante può contribuire a migliorare la sua attività.

Il viaggio di Linea Verde Start prosegue in provincia di Udine, nell’azienda di Alessandro Liani, imprenditore dell’intelligenza artificiale applicata al controllo della qualità e dell’efficienza della produzione. Un’azienda leader a livello internazionale che deve il suo successo al ‘fattore artigiano’, vale a dire alla capacità di analizzare le aspettative specifiche dei clienti e trovare soluzioni ad hoc. E’ dunque innovazione a misura d’uomo e di ambiente, quella applicata da Liani, convinto che tecnologia e scienza devono supportare la crescita umana e che i suoi sistemi di controllo devono essere al servizio della qualità dei prodotti e della loro sostenibilità ambientale per lasciare un mondo migliore ai nostri figli.

Il mix di tradizione e innovazione trova in Friuli Venezia Giulia il suo culmine nell’attività delle sorelle Bertoia, artigiane mosaiciste della provincia di Pordenone, che di un antico passato e della maestria del padre conservano la sapienza manifatturiera dell’arte del mosaico e portano nel futuro la passione e il sogno di progettare sempre qualcosa di nuovo.

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COMUNICATO STAMPA DI Confartigianato, Confcommercio e CNA Toscana: 

“Costi di produzione insostenibili per le imprese della panificazione che rischiano la chiusura. Servono sostegni immediati” 

Firenze, 15 settembre 2022.

E’ grande la preoccupazione per le imprese del settore della panificazione che subiscono le conseguenze negative degli aumenti dei costi e dell’energia. La siccità, l’aumento del prezzo del gasolio agricolo, la guerra in Ucraina e le difficoltà di approvvigionamento hanno avuto come conseguenza forti aumenti dei costi delle materie prime alimentari come il grano. Gli aumenti generali dei prezzi ed in particolare quelli dell’energia, del gas e dell’elettricità necessari per la produzione e la cottura dei prodotti da forno, mettono a rischio in Toscana la sopravvivenza di molte delle aziende di un settore che conta circa 1450 aziende e almeno 6mila addetti. Dopo aver garantito la produzione e le forniture durante la pandemia i panificatori si trovano davanti molte criticità e difficoltà causate dall’aumento dei costi e dalla riduzione dei ricavi.  I consumi di pane e prodotti da forno sono in calo per il cambio delle abitudini dei consumatori e per i regimi dietetici. Molte imprese di questo settore non possono aumentare i prezzi a causa della forte concorrenza della grande distribuzione, che ha strutturato una propria produzione interna e nei supermercati mette in vendita i prodotti da forno, anche surgelati o precotti, a prezzi bassi e anche di domenica.   

Per Maria Cristina Polidori Presidente dell’Associazione Panificatori Confartigianato Toscana. “Oltre agli aumenti stratosferici dell’energia, gli aumenti delle materie prime da settembre 2021 sono piu’ che raddoppiati e questo crea una situazione insostenibile per le imprese del nostro settore che da sempre lavorano a beneficio della collettività producendo un bene essenziale come il pane. Perché possano continuare a farlo è necessario che le istituzioni valutino attentamente ulteriori interventi per le nostre imprese affinché si possa garantire la loro sostenibilità e il mantenimento del livello occupazionale.”

“Dobbiamo salvare il pane dalle speculazioni perché si sta dimostrando un vero bene primario per le famiglie italiane”, dice il presidente di Assipan-Confcommercio Toscana Nicola Giuntini, “ne è prova il ritorno alla richiesta di pezzature più grosse come quella tradizionale da chilo, la più conveniente. Per questo non possiamo scaricare sulle famiglie l’aumento dei costi di produzione, anche perché per rientrare dovremmo come minimo raddoppiare i prezzi di listino. Chiediamo quindi interventi forti e immediati da chi ci governa per far rientrare la situazione”.  

“Il costo del carrello della spesa è aumentato circa del 6,9%, mentre le vendite nei nostri panifici sono calate del 3,9% – spiega Andrea Panchetti presidente dei Dolciari – Panificatori di CNA Toscana -. Il nuovo Governo dovrà intervenire pesantemente per combattere le speculazioni e intensificare gli sforzi a sostegno delle imprese, a partire dalle misure per contenere la bolletta energetica, alleggerire le accise sul carburante, fino a definire interventi ad hoc per i settori più colpiti e modifiche strutturali all’eccessivo costo del lavoro che sta alla base del cuneo fiscale”.

 

Uffici stampa

Confartigianato Imprese Toscana Chiara Mercatanti 3479778005 chiara.mercatanti@gmail.com

Confcommercio Toscana Claudia Pennucci 3388240835 c.pennucci@confcommercio.toscana.it

CNA Toscana Giuliana Cantini 3387458821 comunicazione@cnatoscana.itcato Comunicato stampa 

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BONUS EDILIZIA – Confartigianato: “Passo avanti per disincagliare i crediti fiscali”

Bene che, dopo un lungo impasse, le Commissioni Finanze e Bilancio del Senato abbiano approvato un emendamento che modifica il sistema della responsabilità solidale in presenza di cessione del credito per il superbonus e per gli altri incentivi edilizi. Viene finalmente chiarito che chi acquista i crediti, in primis le banche, non incorre in responsabilità, se non in caso di dolo o colpa grave.

E’ il commento espresso da Confartigianato. “Con questa modifica – afferma il Presidente Marco Granelli – ci auguriamo che le banche riprendano ad acquisire i crediti fiscali in special modo quelli delle imprese sinora rimasti incagliati. Si tratta di un primo passo che va nella giusta direzione per la ripresa del mercato dei lavori per l’efficienza energetica degli immobili, interventi quanto mai indispensabili considerata la grave crisi energetica in atto”.

Granelli auspica che l’Agenzia delle entrate, in tempi rapidi, aggiorni i contenuti della circolare n. 23 del 2022 con indicazioni chiare e semplici sui nuovi profili di responsabilità solidale.

“Rimaniamo convinti – sottolinea il Presidente Granelli – che la norma non risolverà tutte le situazioni incagliate, soprattutto quelle riferite ai credito di piccolo importo, per i quali serve un acquirente di ultima istanza con l’intervento di Poste e CDP”.

Confartigianato segnala che quello dei crediti incagliati per lavori incentivati dai bonus edilizia ha rappresentato e continua ad essere un grave problema per le imprese delle costruzioni. I continui interventi correttivi introdotti nella normativa avevano di fatto paralizzato il meccanismo delle cessioni del credito, con la conseguenza di depotenziare fortemente lo strumento dei bonus in edilizia e mettere a rischio migliaia di imprese che ad oggi non riescono a cedere il proprio credito maturato dopo aver praticato ai clienti lo sconto in fattura.

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Bonus carburante autotrasportatori: domanda dalle 15:00 del 12 settembre 2022

Bonus carburante autotrasportatori 2022 sulla piattaforma dell’Agenzia delle Dogane.

Si tratta di un credito d’imposta del 28% delle spese sostenute per l’acquisto di gasolio per i mezzi, da utilizzare in compensazione tramite modello F24

si può fare domanda a partire dalle ore 15:00 di oggi 12 settembre 2022.

A specificarlo è stato il comunicato stampa del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile rilasciato il 3 settembre 2022 e ora sul portale dell’Agenzia delle Dogane è possibile mettersi in coda per inviare richiesta.

La procedura disponibile sulla piattaforma predisposta dall’Agenzia delle Dogane sarà attiva per 30 giorni 

La misura è dedicata agli autotrasportatori, i quali potranno beneficiare di un credito d’imposta del 28%, relativo alle spese sostenute, al netto dell’IVA, nel primo trimestre 2022 per l’acquisto di gasolio per i mezzi di categoria euro 5 o superiore.

Gli autotrasportatori potranno fruire del credito in compensazione presentando il modello F24 secondo le consuete modalità.

Il bonus è tra le misure previste dal Decreto Aiuti, che ha stanziato 497 milioni di euro ed è disciplinato dal decreto direttoriale del MIT, n. 324 del 29 luglio 2022.

Il MIT, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile,   ha specificato che la piattaforma per presentare la domanda per il bonus carburante autotrasportatori è attiva   dalle ore 15:00 di oggi 12 settembre 2022.

La procedura informatica disponibile sulla piattaforma dedicata è stata predisposta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sarà attiva per i 30 giorni successivi alla data di apertura.

Le risorse stanziate, quasi mezzo miliardo di euro, potrebbero non essere sufficienti per tutti, visto anche l’aumento dei prezzi che ha interessato l’ultimo periodo.

Da evidenziare i tempi d’attesa per fare domanda: una volta effettuato l’accesso alla procedura si viene messi in coda, e al momento il tempo stimato per accedere al servizio risulta essere superiore ad un’ora.

Il bonus è stato previsto dal Decreto Aiuti per contrastare gli effetti economici che derivano dall’eccezionale aumento dei prezzi del carburante .

Si tratta in particolare delle spese sostenute da imprese del settore dell’autotrasporto di merci per conto terzi, relative al primo trimestre 2022 per il gasolio impiegato sui mezzi diesel di categoria euro 5 o superiore.

Le imprese, dunque, devono possedere i seguenti requisiti per poter fare domanda per il credito d’imposta:

  • avere sede legale o stabile organizzazione in Italia;
  • essere iscritte all’Albo nazionale degli autotrasportatori e al Registro elettronico nazionale per l’anno 2022 al momento della presentazione della domanda;
  • essere impegnate in attività di logistica e trasporto di merci per conto di terzi;
  • utilizzare veicoli di massa totale pari o superiore a 7,5 tonnellate con motori diesel di categoria Euro 5 o superiore.

La misura è cumulabile con altre agevolazioni dello stesso tipo, purché non venga superato il totale delle spese sostenute, e non concorre alla formazione di reddito d’impresa.

Per accedere alla piattaforma sarà necessario utilizzare le credenziali di identità digitale SPID, CIE o CNS.

In fase di compilazione della domanda, l’utente dovrà specificare il soggetto per cui intende operare:

  • sé stesso, azienda di cui è titolare (ditta individuale);
  • azienda di cui è rappresentante legale o incaricato.

Sarà necessario allegare gli identificativi SDI, Sistema di Interscambio, delle fatture di acquisto in Italia del gasolio relativamente al primo trimestre dell’anno 2022.

Inoltre, i richiedenti dovranno allegare i seguenti documenti relativi alle fatture e alle targhe dei veicoli:

  • tipo fattura (CARB/NO CARB);
  • importo fattura;
  • importo a rimborso (quota parte dell’importo utilizzato per i veicoli Euro 5 e 6 o totale dell’importo fattura);
  • targa;
  • contratto di noleggio (SI/NO);
  • codice paese automezzo.

Le risorse disponibili saranno assegnate in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande e nel rispetto dei limiti del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione presentando il modello F24 tramite i servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

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ENERGIA – Con caro-bollette a rischio 881mila MPI con 3,5 mln di addetti, il 20,6% degli occupati delle imprese

Il caro-energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano. Lo rileva Confartigianato in un rapporto che evidenzia l’impatto sempre più vasto e pesante della folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità sulle aziende di 43 settori.

Le attività più esposte alla minaccia del lockdown energetico e addirittura della chiusura sono quelle energy intensive: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Ma i rincari dei prezzi dell’energia fanno soffrire anche altri 16 comparti manifatturieri in cui spiccano il tessile, la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti.

Secondo l’analisi di Confartigianato, gli effetti del caro-energia non risparmiano il settore dei servizi, con 17 comparti sotto pressione a causa dell’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti. Si tratta del commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive come piscine e palestre, parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico. A questi si aggiungono i settori del trasporto colpiti dall’aumento del costo del gasolio: dal trasporto merci su strada ai servizi di trasloco, taxi, noleggio auto e bus con conducente, trasporto marittimo e per vie d’acqua. I rischi si estendono anche alla logistica, con attività come il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti che subiscono pesanti rincari delle bollette per le attività di refrigerazione delle merci deperibili.

A livello territoriale, la regione più esposta ai disastrosi effetti del caro-energia sull’occupazione delle piccole imprese è la Lombardia: sono a rischio 139mila aziende con 751mila addetti. Non va meglio per il Veneto dove a soffrire sono 77mila piccole imprese con 376mila occupati. Seguono a breve distanza l’Emilia-Romagna (72mila piccole imprese con 357mila addetti), il Lazio (79mila imprese e 304mila addetti), il Piemonte con 62mila aziende che danno lavoro a 262mila addetti, la Campania (77mila imprese con 240mila addetti), la Toscana con 63mila imprese e 228mila addetti, la Puglia (57mila piccole imprese e 177mila addetti) e la Sicilia (63mila imprese con 165mila occupati).

Secondo il Presidente di Confartigianato Marco Granelli “Rischiamo un’ecatombe di imprese. Servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti”.

Tra le misure d’emergenza, Granelli indica “l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico”.

Per il Presidente di Confartigianato, vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione. Tra gli interventi sollecitati dal Presidente di Confartigianato, anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’”.

Nell’Appendice statistica scaricabile dal sito ‘Studi e ricerche’ i dati delle MPI sotto pressione per il caro-energia per regione e provincia.

 

Micro e piccole imprese e relativi addetti nei 43 settori più esposti al caro-energia per regione

Anno 2019 – imprese attive, MPI:1-49 addetti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Il caos estivo dei prezzi dell’energia

Var. % dove non indicato diversamente – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Arera, Enea, GME, QE, Eurostat, Terna

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ENERGIA – Confartigianato: “Caro-energia costa a Mpi 21,1 mld in più in un anno. Interventi subito per evitare ecatombe imprese”

Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente: se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 42,2 miliardi in più rispetto al 2021.

L’allarme arriva da Confartigianato che ha calcolato l’impatto sulle MPI della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas.

Nel dettaglio, la rilevazione di Confartigianato mette in evidenza che gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traduce in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti, pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI.

A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. I maggiori oneri, 4,3 miliardi, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi).

settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

In Italia – rileva Confartigianato – la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è decisamente più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione europea: a luglio 2022, infatti, nel nostro Paese il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia.

“La situazione – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è insostenibile. Tra le nostre aziende si moltiplicano i casi di lockdown energetico e molti imprenditori rischiano la chiusura. Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti”.

Secondo Granelli vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo Esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione”.

Tra gli interventi sollecitati dal Presidente di Confartigianato, anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’.