Tavolo congiunto Confartigianato Imprese – CNA, Forze dell’Ordine e Istituzioni
Firenze, 21 Maggio 2025
Abusivismo, una piaga difficile da estirpare, che crea notevoli danni economici e sociali. Se ne è parlato oggi durante il tavolo congiunto dedicato a questo argomento organizzato da CNA Toscana e Confartigianato Imprese Toscana.
All’iniziativa hanno partecipato: il Tenente Colonnello Michele Cataneo Comandante NAS Livorno, il Maggiore Ubaldo Collu della Guardia di Finanza, il Vice Questore Aggiunto Francesco Verduci della Polizia di Stato-Polizia Postale, Sara Tavazzi di ANCI Toscana, l’Assessore alla sicurezza urbana e Polizia municipale del comune di Firenze Andrea Giorgio, la Responsabile Settore cultura della legalità, sicurezze e Polizia Locale della Regione Toscana Francesca Barucci. Con loro anche il Presidente di CNA Toscana Luca Tonini, la Segretaria di Confartigianato Imprese Laura Simoncini, Barbara Catani Presidente Federazione Confartigianato Benessere e ORC Confartigianato Acconciatori Toscana, Pierluigi Marzocchi Presidente ORC Confartigianato Estetica Toscana, Massimiliano Peri Presidente Acconciatori CNA Toscana, Daniella Vallarano Presidente Estetiste CNA Toscana, Luisella Bardoni Presidente Tintolavanderie CNA Toscana.
Si è trattato di un momento di confronto operativo per studiare strategie comuni per combattere il fenomeno. L’abusivismo è sicuramente più radicato in quelli che vengono definiti ‘servizi alla persona’: nell’ambito del benessere acconciatura-estetica e delle Tintolavanderie.
Nell’ambito del ‘Benessere’ l’abusivismo è una piaga storica che genera concorrenza sleale, penalizza le imprese regolari, ma più di tutto, crea gravi problemi legati alla salute e sicurezza pubblica. Affidarsi a chi esercita la professione in modo irregolare, senza le dovute sicurezze, in locali non adeguati e senza rispettare le norme, mette a rischio la salute dell’utente, fino ad arrivare a gravi conseguenze fisiche e psicologiche.
Discorso diverso per le Tintolavanderie, in questo caso la concorrenza proviene dalle strutture self-service dove, in certi casi, in violazione delle normative vigenti, viene impiegato personale per offrire prestazioni che possono essere assimilate a quelle delle lavanderie tradizionali. Anche in questo caso si eludono obblighi e controlli, creando nuovamente una situazione di concorrenza sleale.
Per combattere questi fenomeni l’unica soluzione è portare avanti un’azione comune tra tutti i soggetti coinvolti, associazioni di categoria, Istituzioni, Forze dell’Ordine, imprenditori. Oltre a questo è necessaria una potente attività di sensibilizzazione dei cittadini-utenti che devono comprendere a fondo i rischi che si corrono affidandosi ad attività e personale non idoneo a svolgere certi servizi. Un’azione congiunta in questo senso sarebbe sicuramente più incisiva, oggi sono state gettare le linee guida per un percorso comune.